Molto spesso in seguito a dolore o impotenza funzionale post traumatica, viene richiesto dal medico curante (o dal Paziente stesso) di eseguire una ecografia della spalla come primo esame, “perchè sicuramente non è rotta, e coi raggi non si vede niente” oppure “perchè voglio vedere i tendini” (cit). In realtà il corretto approccio diagnostico  prevederebbe di eseguire prima la radiografia (per escludere danni osteostrutturali) e solo successivamente l’ecografia. Ricordiamo infatti che gli ultrasuoni utilizzati in campo ecografico valutano molto bene le parti molli, ma non sono sufficientemente accurati nello studio dell’osso, che, assorbendoli pressoché completamente, non consente di sfruttare quell’ eco necessario per formare l’immagine.

Quello che riusciamo ecograficamente ad apprezzare è semplicemente il “bordo” di tale struttura anatomica, vale a dire la corticale ossea: al di sotto di questa nell’immagine ecografica si formerà il cosiddetto “cono d’ombra”. Nonostante questo capita a volte di sospettare una frattura della testa dell’omero con la sola ecografia; ovviamente tale reperto – espresso da irregolarità e discontinuità del profilo corticale (foto) e corroborato da un quadro clinico positivo – va confermato comunque con la pronta esecuzione di una radiografia.

 

 

Ecografia di spalla. Quando?

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